Un puntino tra i puntini

Da quanto tempo non mi abbracci? Sono due anni, o forse sono già tre…

Hai smesso di guardarmi, non mi consideri, non ti accorgi del tempo che perdiamo ogni volta che ti dimentichi di dedicarti a me; mi chiedi se ho mangiato, mi chiedi se sto bene, ma non ascolti neanche le risposte, la tua mente è altrove, anche oggi ti stai dimenticando di me, pensi a te, ai tuoi problemi, sempre più grandi di quelli degli altri. Ho tagliato i capelli, fatto la piega, messo su la frangia, ma non ti accorgi, mi appoggi gli occhi addosso per un attimo, ma non mi stai guardando per davvero, il tuo sguardo passa oltre, come se fossi un pezzetto di vetro: passo inosservata come un ombra, come un puntino in mezzo a una folla di puntini, come un filo d’erba in mezzo ad un prato. Eppure sono qui, con la mia tristezza e la voglia di parlarti, di dirti che ho paura, di dirti che mi sento sola, come ti ho già detto tante volte, ma senza essere capita: stavolta me ne starò zitta, sono stanca di parlare a vuoto, tanto non mi ascolteresti, come non hai più fatto, o forse come non hai fatto mai.

Da quanto tempo non mi abbracci? Sono cinque anni, o forse sono già sei…

Se lo avessi fatto ultimamente probabilmente te ne saresti accorto, ma non lo fai più, non ti accorgi più di nulla, o forse non ti sei accorto mai, non lo saprei dire. Tu devi pensare a tutti e a te per primo, a tutti i problemi che ti crei, ai discorsi immaginati, alle parole inventate, perché quelle vere non le ascolti, ti annoiano, forse il tuo mondo è migliore di questo, questo in cui mi trovo io, assieme agli altri, senza di te che stai nel tuo, a guardare quello che vuoi vedere, sentire quello che decidi di ascoltare. Vorrei urlare, ma non ho più voce, allora seguo il rumore assordante per non sentire nulla pure io e chiudo gli occhi per non vedere: voglio essere un puntino tra i puntini.

Da quanto tempo non mi abbracci? Sono dieci anni, o forse sono già venti…

È passato tanto tempo, una vita praticamente, ma a te non importa del tempo (quello in senso stretto, quello che passa nel mondo vero) perché nella tua testa il tempo non esiste: solo il tuo tempo è importante (molto di più di quello degli altri), ed è sempre meno di quello degli altri, tu sei più prezioso è questo il punto, anche se non vuoi farlo sapere, anche se cerchi di negarlo. Il tempo comunque passa, anche se lo rinneghi, e intanto non mi senti più, forse perché non faccio più rumore: non discuto, non disturbo, me ne sto in disparte. Me ne sto in un angolo a fare quello che so fare meglio: passare inosservata, trasparente come un pezzo di vetro, un puntino tra i puntini, un’ombra appannata in un riflesso. Resto buona, cerco di trovare la mia serenità altrove, anche se vorrei stare con te, così decido e mi allontano e tu non ti accorgi, non ti sei mai accorto, mai ti accorgerai…

Da quanto tempo non mi abbracci? Sono trent’anni, o forse trentacinque..

A chi importa più? Potrei diventare di un altro colore, mettere su un paio di ali e volare, trasformarmi in qualcos’altro nemmeno di questo ti accorgeresti? O forse sì, ma tanto io questo non saprei farlo, ormai non so più fare niente, mi sono arresa. Ma tu non ti rendi neanche conto, non sai cosa voglia dire, mi hai chiesto di non dirti niente, ho scelto di darti retta e non raccontarti più nulla per tenerti al sicuro da quello che è il mondo vero, la vita vera, penso di potercela fare, anche da sola, ma forse no e alla fine nemmeno mi importa, forse non mi importa più di niente, forse devo diventare come te, pensare soltanto a me, ma io devo pensare anche a te per forza, devo proteggerti, anche se dovresti essere tu a proteggere me, ma non lo fai più, preferisci non sapere, preferisci non ascoltare…

Da quanto tempo non mi abbracci? Sono quarant’anni, o forse non lo hai fatto mai…

Io non me lo ricordo più. Vorrei dirti che sono qui, che siamo ancora in tempo, che potremmo ritrovarci, potremmo riprovarci, si potrebbe riuscire in qualche modo a mescolare il mondo vero con il tuo, potresti riuscire a vedermi un giorno o l’altro, riconoscermi, notare i cambiamenti, ma non vuoi farlo. Sei stanco della tristezza e ti privi pure della gioia perché piuttosto che star male hai scelto di non sentire più niente. E così niente ti dico io, sempre più vaga nelle mie risposte, sempre più assorta nel mondo vero per farlo diventare più facile almeno per te che sei la vittima di tutto, potresti scegliere di tornare indietro di cominciare ad abbracciarmi di sentire le emozioni vere, ma non puoi più farlo ormai sono soltanto un puntino tra i puntini…

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