Stringo fra le dita uno dei tuoi colori a spirito e scrivo. Scrivo con questo pennarello per far rivivere in me i momenti in cui tu giocavi con i miei bambini. Un quaderno per te e uno per loro e poi disegni, racconti, problemi e filastrocche.
I tuoi momenti belli, quelli che non hai ancora dimenticato.
Ti ascolto respirare tranquilla, finalmente tranquilla dopo tanto agitarti. Tremavi così forte poco fa da farmi desiderare solo di poter fuggire lontano per non essere costretta a guardare il tuo dolore. Mi è capitato spesso in questi giorni di pensarlo. Vorrei sparire, per un poco, o forse anche per sempre.
Dov’è Rita? Era qui un attimo fa.
Sparire senza fare alcun rumore, senza pesare sul cuore di nessuno, eppure sparire per riposare.
Troppo facile, troppo comodo. Non ci sono sconti, la vita e la sofferenza non te ne fanno. Vivere, anche questo è vivere in fondo. Vivo mentre mi affaccio dal tuo balcone e osservo l’albero dal quale dondolavano i miei bambini sotto i tuoi occhi vigili.
Vivo mentre tutto in questa casa mi riporta brandelli di ricordi scoordinati che si insinuano nel cuore lacerandolo. Vivo mentre mi chiedi di accenderti una luce che è già accesa, anche se i tuoi occhi non lo sanno. Vivo e non ho scelta. Sparire sarebbe troppo semplice e non è un’opzione.
Così continuo a stringere il colore fra le dita, sempre più forte, come se così facendo io potessi farti tornare da me.