Sempre e solo Biancaneve.
Recite, carnevali, asilo e scuola elementare, solo lei.
Per anni mi sono chiesta la ragione per la quale venissi scelta sempre per interpretare il medesimo ruolo, poi ho smesso, convincendomi però che ci siano momenti dell’infanzia che inevitabilmente ti segnano e si impegnano ad occupare anche i tuoi sogni.
Se tu fossi ancora con me te lo racconterei, credo di non averlo mai fatto.
Capita così di tanto in tanto. Improvvisamente non riconosco nulla del luogo in cui mi trovo e mi sento incredibilmente pesante, come se qualcuno mi stesse strattonando verso il basso con la forza. Continuo a scendere e provo ad aprire gli occhi ma vedo solo il buio, però insisto e cerco di scrutarvi dentro. Non è facile perché le palpebre sono pesantissime e ho tanto sonno. Poi, improvvisa, compare una luce; è piccola e tremula ma mi consente di affacciarmi sull’orlo di qualcosa che inizialmente non riesco a riconoscere.
La cucina è modesta e in penombra. C’è solo una lampada ad illuminarti il volto, l’ago e le mani. Sei tu vestita nel tuo modo semplice di sempre, l’espressione concentrata ma serena. Tieni con delicatezza fra le mani una pezza di raso rosa e una di raso azzurro e guardi la stoffa come se già riuscissi a vedere oltre, a immaginare cosa diventeranno. Non riesco a crederci e le lacrime iniziano a scendere copiose e calde, quasi consolatorie, mentre ti guardo e leggo dentro di te l’amore infinito che stai provando. È amore per me, e ciò che tieni fra le mani diverrà fra poco uno dei miei tanti vestiti da Biancaneve.
Ti vedo, sei così orgogliosa delle tue piccole e povere cose, delle tue mani da sempre capaci di ogni meraviglia e ancora di più della tua bimba dagli occhi grandi e la bocca a cuore.
Avverto tutto questo in un punto così profondo di me che nemmeno sapevo di possedere e mi sento come se la mia anima ora fosse in grado di congiungersi completamente con la tua. Riesco a pensare che sarebbe sufficiente allungare una mano per raggiungere il tuo cuore e toccarlo mentre sta battendo solo per me. Continuo a piangere, almeno credo, non sento le lacrime ma ne avverto il calore e il senso di sollievo che mi provocano. Ti guardo ancora una volta mentre l’immagine inizia a sbiadire e io non voglio.
L’abito sta prendendo forma e poi dentro all’abito ci sono io e tu mi prendi in braccio soddisfatta riempiendomi gli occhi di baci. Improvvisamente sento che la mia discesa si può fermare. Ho conquistato un appiglio e per ora posso anche lasciarti andare, ma solo per un po’, giusto il tempo di riposare.
Chiudo gli occhi, sono così stanca, ora forse riuscirò a dormire.