Non capita spesso di leggere un romanzo di queste dimensioni e di pensare “vorrei che fosse più lungo”.
Mi sono innamorata follemente di questo libro “Una vita come tante” che potrei definire ipnotico. Talmente avvincente che l’ho trasportato per settimane lungo strade e stazioni all’interno del mio zaino senza quasi avvertirne il peso, nonostante sia davvero molto voluminoso (1091 pagine, ma non lasciarti spaventare).
Volendo a tutti i costi trovargli un difetto, la copertina è troppo sottile per un libro di tali dimensioni e si rovina inevitabilmente.
Ma torniamo alla bellezza del romanzo.
“Una vita come tante”, della scrittrice americana di origini hawaiane Hanya Yanagihara, è inquietante fino alle lacrime, eppure allo stesso tempo in grado di rivelare l’inesauribile gentilezza della natura umana.
Lo testimonia il fatto che le sue pagine sono sì piene di dolore, ma è sempre ben presente l’incredibile capacità dell’uomo di amare e resistere.
Nonostante la sua lunghezza mi sono accorta che non sarei mai voluta arrivare alla fine, per non lasciare andare i protagonisti ed in particolare Jude, che ho amato infinitamente.
Concordo pienamente con chi lo ha definito una grande favola contemporanea, a tratti dolce e malinconica ed in atri punti estremamente crudele. La storia, ambientata in una frizzante New York, è quella di quattro ragazzi ex compagni di college che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro.
Ognuno di questi personaggi ha caratteristiche indimenticabili, ma tra tutti sono certa che avvertirai anche tu il forte desiderio di proteggere Jude, un avvocato brillante, che di fatto rappresenta il centro di gravità dei quattro amici, sia per la sua sensibilità tormentata che per la sua tendenza ad autodistruggersi.
Credo davvero che questo libro sia un inno al grande potere dell’amicizia e so che lo amerai.
“Se fossi una persona diversa, forse direi che ciò che è accaduto è una metafora della vita: le cose si rompono, a volte si aggiustano, e ci rendiamo conto che, per quanti danni possiamo subire, la vita ci ricompensa quasi sempre, spesso in modo meraviglioso. A pensarci bene… forse sono proprio quel genere di persona”.