La profezia delle lenzuola

lenzuola bluEra il compleanno di Patrizia quel giorno.

Marì aveva organizzato una festa per lei, a cui però Patti non avrebbe voluto partecipare. Era una bella giornata con il sole in mezzo al cielo e qualche nuvola ben definita al suo fianco; a Patti piacevano le nuvole, più di quanto potesse piacerle il sole. Aveva i capelli diversi quel giorno, la parrucchiera aveva sbagliato il tempo di posa e il biondo era più chiaro e meno reale del solito, forse era per questo che non sarebbe voluta uscire. Aveva scelto un vestito color smeraldo, delle pietre tonde per il collo, un paio di orecchini sottili e delle scarpe piene di luce che spaccavano gli occhi a guardarle.

Quando le ragazze passarono a prenderla, Patti non sarebbe voluta andare; ma non avrebbe potuto opporsi, non ora, con l’auto piena, la valigia pronta e il tavolo al ristorante prenotato.

In un altro punto qualsiasi del mondo, in quello stesso momento, nella sua città di sempre, un ragazzo dalla discendenza orientale, insieme ad una scimmia, distribuiva volantini, camminando senza interesse in mezzo alla gente riversa sulle strade. Qualcuno gli aveva detto di non perdere tempo: quello non era il suo destino, ma lui non voleva fare nient’altro e alla profezia non riusciva ancora a pensare.

Quella sera si incontrarono tutti nello stesso locale: il ragazzo orientale con la sua scimmia, Patrizia e le sue amiche.

Il ragazzo orientale e Patrizia non si piacquero davvero: lui troppo alto per lei e lei troppo bassa per lui. Lui guardava le sue tette, lei guardava la sua scimmia.

Le ragazze stavano bevendo birra per festeggiare mentre i due si scambiavano qualche bacio senza pensare senza darci importanza, senza troppo interesse, senza riguardo: credevano entrambi che non si sarebbero visti mai più.

La mattina dopo il ragazzo orientale e la sua scimmia erano in giro in bicicletta nella stessa città di sempre. Un auto sbandò e il ragazzo sterzò veloce il manubrio! Mancato di un soffio, scampato per un pelo. Sorseggiò acqua dopo la paura del momento, l’incidente non c’era stato, ma l’aveva fatto comunque pensare: stava sprecando tempo, era stato un semplice segnale.

La morte, appena evitata, lo convinse, decise di seguire le istruzioni per poter far avverare la profezia; andò così alla ricerca della pianta del tesoro che lo portò a ritrovare la strada per arrivare dall’uomo che cuce lenzuola.

lo spazio verde“Ecco uno spazio verde, oltre la città, la città di sempre!” sentiva una voce nella sua testa che ripeteva disperata la profezia, quella che lui non aveva mai voluto ascoltare. Un auto accostata lo aveva distratto per un momento. Le ragazze e Patti perse nel suo stesso punto, lì in quello stesso mondo.

La profezia dice che: “solo quando sarai pronto avrai il coraggio di incontrare il sarto di lenzuola, lui sarà lì ad aspettarti, troverai l’amore e lo perderai subito, prima di incontrare l’uomo”. Lo spazio si apre mentre il ragazzo cammina verso l’auto: all’improvviso vede lenzuola stese ovunque di un colore grigio troppo scuro, “solo dopo aver sorpassato la collina ti renderai conto..” continua la profezia, ma lui anche stavolta non la stava più ascoltando. “Un gruppo di ragazze con le tette grosse” ecco quello a cui ora stava pensando, dimenticando il progetto, dimenticando il suo scopo. Non era più la festeggiata che stava guardando, Patti non lo stava proprio considerando e lui osservava Marì, la ragazzina del gruppo, con i suoi capelli lunghi, mossi, con i suoi occhi grandi, scuri, con la testa piena di sogni: lui la guardava perso, lei guardava la sua scimmia.

Si scambiarono poche parole, aprirono il cofano. Lui non avrebbe saputo dove guardare, nemmeno le ragazze, nemmeno la scimmia.

Decisero di proseguire a piedi, cercando un punto che potesse dare almeno una tacca al cellulare; sarebbe stato più sensato tornare indietro, verso la sua città di sempre, ma decisero tutti insieme di andare avanti, seguendo le lenzuola.

Più camminavano più ne vedevano, sembravano infinite, tutte grigie in mezzo a quel verde di erba, veniva da chiedersi quando questa gli avrebbe passato un po’ del suo colore. Le donne non potevano non pensare a chi si sarebbe occupato di raccogliere tutte quelle lenzuola, Marì pensava al ragazzo, il ragazzo finalmente pensava alla profezia.

lenzuola che cambiano colorelenzuola arancio“Le lenzuola inizieranno a sfumare dal grigio al bianco, dal bianco al turchese, dal turchese al blu, poi diventeranno rosa, successivamente arancio.. e quando diventeranno verdi, dello stesso verde del prato, scorgerai la capanna e lì entrerai..”

Videro le lenzuola cambiare colore dopo un bel pezzo. Il cellulare non prese mai neanche per un momento.

Quando furono vicini all’inizio del blu il ragazzo orientale litigò con Marì che aveva deciso di proporre al gruppo di tornare indietro; capì che la profezia si stava già avverando, un amore iniziato e finito prima di raggiungere il capanno. Marì e le ragazze se ne andarono, lui riguardò le loro tette, le ragazze accarezzarono la scimmia.

Rimasto solo aveva deciso di smettere di pensare, ma il cervello non smette mai, neanche quando glielo chiedi per favore. Non sapeva più se era davvero pronto a questo incontro e non sapeva se lo sarebbe stato mai. Quando entrò nella capanna e vide l’uomo che cuce lenzuola, non provò nessuna emozione.

L’uomo gli sembrava sporco, stanco, gli sembrava uno qualunque, vestito di abiti inadatti come spesso succedeva anche nella sua città di sempre. Lo guardò studiandolo, cercando le parole giuste da dire, seguendo le indicazioni della profezia.

Il ragazzo era serio, sincero, si inginocchiò e gli disse: “sono arrivato fin qui da lontano, con i giusti pensieri nella mia testa, ho superato i colori delle tue lenzuola, senza trovare ostacoli. Ho conosciuto l’amore e l’ho rinnegato, come mi ha chiesto la profezia, ho seguito le lenzuola, anziché le sue tette e vado fiero di me stesso per esserci riuscito. Ho distribuito volantini per sbaglio, ho comprato pentole per errore, ho cambiato contratto per la bolletta della luce nel momento sbagliato, per colpa di un furfante vestito elegante, ho litigato con mamma quasi ogni settimana, ho discusso con papà ogni volta che era necessario, sono andato in chiesa solo quando ero triste e ho bevuto alcool solo quando mi è stato chiesto di brindare. Per ottenere la pianta del tesoro, ho sopportato critiche, malesseri e delusioni. Per riuscire a leggerla ho dovuto pagare un interprete e seguire un corso online di arabo. Ho umiliato me stesso e messo in ridicolo i miei amici, ma ora eccomi qui con il cuore in mano, pronto per prendere il posto che merito in questo mondo che è lo stesso per tutti, in questa città che è la stessa di sempre e con la mia faccia con il suo solito profilo orientale: chiedi ciò che vuoi ed io ti risponderò”.

L’uomo che cuce lenzuola si alzò da dov’era seduto. Un filo di luce del sole che stava tramontando si vedeva lontano dietro le sue spalle, nell’angolo in basso della finestra grande che si trovava dietro alla sua macchina da cucire. Aveva un grembiule dello stesso grigio delle prime lenzuola, aveva una sigaretta spenta tra le labbra, le mani rovinate che sembravano più quelle di un meccanico piuttosto che quelle di un sarto. Si avvicinò piano con un passo lento e fastidioso, zoppicando un poco senza alzare del tutto i piedi dal terreno. Si appoggiò le mani sui fianchi guardò il ragazzo fisso negli occhi e gli chiese: “ma chi è quella scimmia?”.

FINE

1 Comment on La profezia delle lenzuola

  1. Francesca Francisconi
    9 Settembre 2014 at 8:12 am (10 anni ago)

    Dedicato ad R per un tuo sorriso..

    Rispondi

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