Venerdì 20 settembre 2024
Ciao Fra,
capisco tutto. Lo capisco bene sai.
Non ci sono molte cose facili nel nostro vivere è vero, però ce ne sono di bellissime.
E sono tutte dentro quel p.s. che mi hai scritto nella tua lettera:
i tuoi libri, il blog, i viaggi, le bambine, l’amore e la musica.
Alla fine, il senso di tutto il nostro correre e della nostra impossibilità (e qui mi unisco a te perché in questo siamo troppo simili) di fermarci anche se il nostro corpo ci chiederebbe una tregua, è davvero tutto qui.
E non è mica poco sai.
In quel tutto aggiungerei anche il nostro lavoro, che in fin dei conti occupa una fetta così importante della nostra vita e del nostro tempo.
Mi capita di recente di riflettere tanto su quanto tempo sia trascorso dal giorno del mio ingresso in Banca, dalle mie gonne corte e i miei capelli lunghi, dal mio sentirmi frastornata per il fatto di essere fuori casa tutto il giorno, lontana da Matteo piccolino, come non mi era mai successo prima.
Mi faccio così tenerezza sai.
Tutta la mia insicurezza, i miei timori, i miei non sono in grado.
Sono tutti lì che mi guardano sorridendo quasi a volermi a dire, c’era davvero bisogno di essere così spaventata, così preoccupata? Guardati, cerca di apprezzare un poco quello che sei.
E hanno ragione loro.
Ci sto riflettendo molto ora che gli anni di lavoro sono davvero tanti, così come tanti sono i miei anni ed inizio a pensare che non sarebbe male potermi dedicare finalmente solo a me e ai miei affetti.
Nel mio crescente desiderio di disporre di tempo, c’entrano sicuramente quelle piccole creaturine meravigliose che circondano la mia vita e che la riempiono rendendola luminosa.
Ti confesso quindi che mi sono decisa e chiederò presto al sindacato un conteggio dei miei anni pensionistici per valutare se potrò rientrare o meno in un eventuale futuro esodo. Fa persino paura pensarlo, figurati a dirlo.
Perché so già che questo lavoro fatto solo di articoli di legge mi mancherà da morire. Mi mancherà quella piccola/grande soddisfazione che provo ogni volta in cui riesco a risolvere un problema o comunque ad agevolarne la soluzione.
Mi mancheranno le mie colleghe, quelle che mi sono vicine ora e quelle che ho perso per strada, perché molte sono diventate nel tempo vere amiche.
Mi mancheranno quelli che mi dicono “per fortuna che esisti” quando si sentono abbandonati e non sanno a chi rivolgersi.
E ho anche un pochino paura di quanti danni potrà fare la mia mente quando sarà libera di muoversi e viaggiare senza l’appiglio della concretezza che il lavoro mi offre come salvagente.
Ho paura della mia mente a volte, sì, perché senza argini rischia di essere pericolosa.
Non ricordo se te ne ho mai parlato, ma nella strada che mi porta in ufficio a Bologna incontro da sempre una scritta sul muro: “RIFUGIO”, con una freccia che indica esattamente la direzione che sto percorrendo per entrare nella mia sede di Piazza San Domenico.
Sono muri che raccontano la Seconda guerra mondiale e che servivano ad indicare una via di salvezza.
L’ho notata un giorno per caso e ora non posso più fare a meno di guardare questa freccia.
Anche a me, a suo modo, indica la strada, mi fa sentire al sicuro e mi conduce in un luogo in cui, è vero, mi sento a casa.
Anche questo credo mi mancherà.
Sono solo pensieri liberi Franci perché probabilmente dovranno passare ancora diversi anni, ma avevo proprio voglia di condividerli con te, che ci sei da tanto, non da sempre e magari non hai fatto in tempo a vedere i miei capelli lunghi fino al sedere e le mie gonne corte, ma sei arrivata presto e non sei più andata via.
Scrivimi presto che mi rendi più dolce la vita.
Ti voglio bene.