Lettera 32 Siamo tutti fragili

Venerdì 2 luglio 2021

‘Siamo così, dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate…’ Ma tu davvero conosci una donna che non sia complicata, a modo suo? E perché mai Lucia avrebbe dovuto costituire l’eccezione? Rassegnati mia cara…

La tua voglia di vita, che poi è anche la mia e che ho percepito così forte nelle tue parole, mi ha fatto pensare a quanto siamo fortunate. Perché è vero che questa storia ci ha sfinite, è vero che quella che sembrava iniziata come un’emergenza di breve durata, poi è diventata una lunghissima oppressione. Però noi possiamo riprendere in mano le redini della nostra vita e ricominciare a vivere. Mi capita sempre più spesso di riflettere invece su altre storie, così diverse dalla nostra. E parlo delle storie di chi la normalità che noi vogliamo al più presto ritrovare, di fatto non l’ha mai vissuta.

Un esempio fra tutti è quello di Josie George di cui ho letto qualche tempo fa e che ha pubblicato la sua autobiografia nella quale si racconta dal punto di vista della propria malattia cronica. Una malattia cronica che le provoca talmente tanta sofferenza fisica fin da piccola da impedirle di uscire di casa e quindi di portare avanti una vita normale. Difficili da diagnosticare i dolori paralizzanti e la spossatezza che la affliggono. E lei cosa fa? Mentre i medici cercano di capire senza successo cos’abbia, prova a vivere una vita che sia vita veramente, nonostante tutto. E ci insegna che ci si può concentrare con forza sulle piccole cose controllabili senza farsi troppe domande e lasciando che quello che non può essere controllato, vada come vada. Non è un bell’insegnamento per tutti noi che ci siamo lamentati tanto, da parte di chi il lockdown deve subirlo per tutta la vita?

Ecco, mi viene sempre più spesso da pensare a chi soffre di disabilità o malattie talmente gravi da dover vivere costantemente con le limitazioni che ci hanno portato così tanta ansia e sofferenza. Ce lo siamo dette tante volte anche noi che il forzato isolamento a tratti ha aperto la nostra mente facendoci scoprire il bello dietro ogni cosa no? Abbiamo imparato a notare dettagli che prima sfuggivano via veloci. Io per esempio ho un ricordo vivido di me stessa mentre guardo il movimento dell’erba scossa dal vento dalla finestra della mia camera diventata ufficio. E mi ritrovo com’ero, ipnotizzata, come se non lo avessi mai visto prima. E invece, molto più semplicemente, ero io che non lo guardavo più.

Non so se leggerò il suo libro, anche perché mi pare non sia ancora tradotto e quindi la vedo dura, però credo che avrei tanto da imparare. Siamo tutti fragili, chi più chi meno e per questo dovremmo apprezzare la gioia quando arriva, pur sapendo che non dura. Difficile accettare che sia fugace? Pazienza. Come dice Josie “Nessuno di noi è libero, siamo tutti in gabbia, ognuno di noi con le proprie ferite e sofferenze, ognuno terrorizzato dalla perdita e dal dolore”.

E quindi, evviva la gioia di vivere. Godiamoci tutto quello che potremo e quando arriverà la voglia di lamentarci di qualcosa (perché è certo che arriverà) proviamo per un attimo a dedicare il nostro pensiero al fatto che per qualcuno il lockdown non finisce mai.

E tu, fra un soffio di vita e l’altro, trova anche il modo di tornare presto da me.

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