Torno dalla presentazione del libro Idda con il cuore pieno di gioia. In primo luogo perché l’autrice Michela Marzano è una donna che ascolterei per ore per il suo cervello, la sua dolcezza e la sua capacità di trasmettere emozioni; poi, visto che a volte capita che coincidenze astrali creino momenti che non dimenticherai mai più, avevo da poco terminato il suo ultimo romanzo e forte del coinvolgimento emotivo le avevo scritto.
Il libro affronta il tema della demenza senile (o se vogliamo dell’Alzheimer visto che la differenza alla fine è davvero sottile) e avevo deciso di spedirle una foto della mamma accanto al suo libro per testimoniarle la verità di una delle sue frasi più belle.
Cioè che alla fine, per chi perde la propria identità, ciò che resta è l’amore e che questo è davvero l’unica cosa che mia mamma non ha ancora dimenticato. Ebbene nel corso della presentazione Michela ha manifestato il proprio desiderio di incontrare prima o poi, nel corso dei suoi viaggi in Italia, quella donna che le aveva scritto e quella donna ero io!
La storia del romanzo scorre su diversi piani e attraverso varie epoche, intorno a due personaggi fondamentali. Alessandra affermata biologa che lascia il Salento per la Francia allo scopo di chiudere a chiave il proprio passato ed Annie che inizia piano a perdere piccoli pezzetti di sé. Sarà proprio grazie alla malattia di Annie che Alessandra riuscirà a ricucire gli strappi della propria vita passata, a perdonare e a perdonarsi.
Idda (lei in dialetto salentino) è davvero un romanzo pieno di passione che ruota intorno ad alcuni concetti fondamentali. Identità, quella che i malati di demenza senile perdono strada facendo; memoria, quella che gli stessi conservano del loro lontano passato; amore, che resta “pure quando l’oblio ce la mette tutta per cancellarlo. L’amore non sparisce mai. E questo è più che sufficiente per dare coerenza a ciò che di coerente non sembra avere molto.”
“L’unica frase che non scompare mai… è ti amo”.