Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò, da quando sei partito c’è una grossa novità, ed io te la scrivo ora in questo giorno che ha solo voglia di speranza e di spensieratezza, cose che io purtroppo non ho. Oggi comincia questo nuovo anno, un 2022 che già dall’inizio mi ha lasciato in bocca un sapore amaro, quasi di marcio, colpa forse di quella sfilza di aperitivi e di digestivi di cui ogni cenone che si rispetti è farcito: lo senti anche tu? Ci siamo ritrovati a passare la mezzanotte con i soliti amici Giulia ed io, quelli a cui siamo stati lontani soltanto lo scorso anno, quando non ci si poteva vedere, non si poteva uscire, se non a due a due, per andare a trovare al massimo altri due e quando alle dieci ci si doveva per forza salutare. Non mi ricordo nemmeno cosa si sia fatto lo scorso anno, non lo ricorda nemmeno Giulia, un anno perso, nel vero senso della parola. Sai l’altra settimana, quando mi hai chiamato, ho pensato volessi dirmi qualcosa di speciale, e avevo voglia di dirti tante cose speciali anche io, ma poi ci siamo rifugiati nei soliti convenevoli e quei “discorsi da vecchi” (come da giovani li chiamavamo noi) e abbiamo finito con il non dirci nulla. E quando ci siamo salutati, mi sono reso conto di aver scambiato soltanto gli auguri di Natale, il buone feste a te e famiglia, parlando di tempo, acciacchi, morti e malattie e mi sono chiesto: ma siamo diventati davvero dei vecchi? C’era un tizio, quando ero ragazzo, di una certa età (a cui però non avrei saputo dare un’età) che mi diceva spesso che la vecchiaia era una “situazione” in cui ci si ritrovava all’improvviso: un giorno sei tu e il giorno dopo sei un vecchio. E forse è questo che ci sta succedendo adesso, forse siamo diventati vecchi davvero: che dici? Anche se la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione che tutti quanti stiamo già aspettando, io temo di avere già avuto la mia e questa cosa, pensa te, non mi sconvolge neanche più di tanto. Sai, l’altro giorno quando ho risposto alla tua chiamata ho pensato mi dicessi che finalmente avessi cambiato lavoro, avrei dovuto dirti che cambio il mio e che probabilmente a settembre mi trasferirò a vivere in Portogallo… poi ho pensato che mi dicessi che tu e Marina foste in dolce attesa, non so perché, ma appena ho sentito la tua voce è a qualcosa di grosso che ho pensato: i miei pensieri da vecchio. Invece niente. Non hai detto niente: niente di chè. Io avrei voluto e dovuto dirti che quest’anno Giulia ed io ne abbiamo persi due di bambini, uno subito a gennaio e uno adesso, poco prima di Natale, ma nemmeno io ho detto niente: niente di chè. La testa mi fa male stamattina, il freddo della nebbia di stanotte mi si è insidiato dentro, assieme al sangue, i nervi mi tirano e la voce è rauca, forse per colpa di tutte le sigarette che ho fumato per distrarmi, uscendo fuori, da quei terribili rumori di festa a cui non avevo nemmeno voglia di partecipare, sarebbe stato meglio fossimo stati chiusi ancora, da soli, ognuno nella propria casa a partire dalle 22. Spero tanto di dimenticare anche stavolta cosa si sia fatto per capodanno, anche se Giulia non lo dimenticherà, avvolta com’è da quel velo di tristezza che le brucia gli occhi come il fumo a volte fa con me. Sai ultimamente ho cambiato i miei pensieri, anche sul senso vero della vita e dell’amore, avrei voluto parlartene l’altra sera. Ad esempio non credo più a tutte quelle stronzate di cui parlavamo da ragazzi, nel parcheggio dopo le serate, davanti alle ultime birre da bere: ti ricordi? Quanto eravamo legati amico mio, che affinità, che coordinazione: io non l’ho più avuto con nessuno un rapporto così, un legame così intenso che ci faceva completare le frasi, i pensieri dell’altro, che ci trovava sempre uniti e complici, e anche quando non eravamo d’accordo su qualcosa, riuscivamo sempre a prendere i due pensieri e renderli inspiegabilmente uno solo: intrecciandoli. Ti ricordi quando dicevamo che l’amore era avere voglia di stare insieme sempre, non a giorni alterni come ti capitava con Chiara, e non solo per fare del sesso come capitava a me con Sonia? Io ora penso sia soltanto una questione di impegno: soltanto quella voglia di fare in modo che le cose vadano bene, anche quando non va bene quasi niente. Nell’anno che sta iniziando si farà l’amore ognuno come gli va (anche se ti dirò: non è che ne abbia più voglia così spesso), e poi si andrà ai concerti, a teatro, al cinema e ci si potrà sposare facendo nuovamente feste esagerate: sono cose già successe in passato, ma hanno un sapore di nuovo oggi, in questo primo dell’anno. Ci saranno manifestazioni pro e contro qualsiasi cosa quest’anno, ci saranno quelli che avranno voglia di distruggere tutto e quelli che distruggeranno tutto davvero: entrando impazziti dentro uffici vuoti, spaccando pc, scrivanie, sedie e finestre… ma forse anche queste cose sono già successe, ma si ripeteranno ancora e ancora e ancora, perché via lo abbiamo capito che finiamo sempre con il non imparare mai dagli errori, dagli sbagli, dalla storia e dalla realtà. Sai qualcuno non crede nemmeno alla realtà, non crede alle certezze, ai fatti, nemmeno alle cose che vede e che può toccare. Questo 2022 sarà un anno importante perché la normalità tornerà (anche se in realtà normale non è mai stato niente, di normali non ce ne sono più e essere normale alla fine ci annoia e ci sfinisce); in questo nuovo anno ci sarà anche qualcuno che sparirà, saranno forse i troppo furbi, o i cretini di ogni età, o forse quelli “sempre contro tutto” che capiranno finalmente che per vivere bene si dovrebbero soltanto isolare (forse questo non è mai successo e nemmeno stavolta accadrà, perché per quelli sempre contro tutto, il restare soli contro nessuno metterebbe fine al loro reale senso di esistere: non saprebbero più che cosa cazzo fare…). Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra e continuare a sperare… Io non spero più, ho iniziato perfino a credere che dopo questa vita non ci sia nulla, anche se una volta di idee ne avevamo tante, oggi non ne ho nessuna: non riesco neanche ad immaginarci in un futuro altrove, dove ci si ritrovi tutti lì, mi chiedo:a fare cosa? A parlare della vita del prima? Del senso del niente che viene poi? Non so, penso che in quell’altrove lì mi mancherebbe persino il dolore, di cui oggi sono pieno e sopraffatto. Tu mi manchi già adesso amico mio, come mi mancano le partite del venerdì sera, le discussioni nello spogliatoio, il decidere come vestirmi per andare in disco, i viaggi sempre nuovi per tornare ogni due anni a New York (che male non fa) e quella smania di vita che probabilmente non tornerà mai, ora che ce ne stiamo sempre meglio chiusi in casa, che non abbiamo più bisogno di niente perché tanto ormai abbiamo già visto e perso tutto: l’anno che sta iniziando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità…