Ho letto Sottomissione insieme ad altri cinque libri, come al solito. Poi, una volta finito, ho iniziato a pensare al pezzo, che ora sto scrivendo, e mi sono trovata impreparata. Mi sono quindi ributtata su queste pagine, rileggendole per la seconda volta, ma dedicandomi unicamente a questo testo, senza mescolarlo con altri, per non rischiare di farmi distrarre o confondere, sottolineandolo e studiandolo, come soltanto poche volte mi sono trovata a fare. Non mi sento pronta per parlarvene neanche adesso, ma ho deciso di provarci lo stesso perché ho trovato questo romanzo estremamente coinvolgente e dannatamente inquietante.
Il mio limite probabilmente è quello di non essere abbastanza preparata sugli argomenti trattati, tanto da farli miei, pur essendomi documentata leggendo molte storie vere; riesco quindi soltanto a dire che questo libro è stato in grado di proiettarmi in un presente parallelo molto diverso e molto uguale al presente che viviamo. Mi ha turbata e allo stesso tempo confortata, infondendomi, in alcune pagine, un sentimento di paura e angoscia, ma contestualmente è riuscito a farmi sentire inspiegabilmente tranquilla e serena, forse perché ingenuamente sono profondamente convinta che questo scenario non possa presentarsi realmente.. o sì?
Il libro è ambientato a Parigi, in un futuro prossimo in cui, in piena campagna elettorale, nuove forze entrano in gioco, spaccando il sistema e facendolo crollare. Un’implosione improvvisa che, senza creare troppo disagio, si sviluppa come un incubo che travolge tutta Europa. E così sono stata trascinata, insieme a François (professore universitario e protagonista di questo libro), dentro questo romanzo visionario, dentro ad un paese in cui, improvvisamente, al potere si insinua la Fratellanza musulmana. E l’ingresso al potere, enfatizzato e immaginato dall’autore, è basato su eventi e dettagli tratti dalla nostra realtà e forse è proprio questo che mi fa paura. Alcuni progetti e alcune proposte della Fratellanza, lette in queste pagine, sono molto interessanti e mi è sembrato facile condividerle, ma poi ho iniziato a farmi travolgere dalle stesse domande di François. L’Europa sta morendo sul serio insieme al proprio credo? È vero che molti di noi si considerano atei, ma non sono abbastanza ribelli per esserlo? Noi occidentali smettendo di fare figli, o limitandoci a farne uno soltanto, stiamo dichiaratamente scegliendo di estinguerci? Togliere le donne dal mondo del lavoro può essere la soluzione alla fine della disoccupazione? E nasconderle dietro un velo la fine delle distrazioni?
Io non credo di volere queste risposte, mi rendo soltanto conto che, in quel mondo parallelo, non mi sarebbe permesso di avere una mia opinione e di essere qui a scriverla.
Ho scelto per voi alcune frasi che più mi hanno coinvolta e destabilizzata. ..