La bambina che dimenticava di respirare

Uno
Piccole stanze ricolme di libri.
Era solo una bambina ma questo era già il suo regno, la sua gioia.
Un respiro, due respiri, un terzo più profondo mentre volava lontano dentro le storie.
Però.
“E se non potrò più leggere un giorno? Se i miei occhi non dovessero avere più luce?”
Erano solo piccoli pensieri appuntiti e taglienti che si insinuavano nella sua pace, ma tanto le bastava per smettere di respirare.
Due
Non avrebbe mai voluto lasciare la sua mano. A nulla serviva vedere bambini felici giocare spensierati. Lei non riusciva ad essere come loro.
Non poteva allontanarsi da lei, le tremavano le gambe, non capiva proprio perché agli altri non accadesse la stessa cosa.
Il respiro durava solo fino a che non perdeva il contatto con la sua mano. Poi più nulla.
Tre
Le raccontava spesso una storia.
Era quella di una mamma che sapendo di essere malata, giorno dopo giorno insegnava ai suoi bambini tutto quello che sarebbe servito loro per il tempo in cui lei non ci sarebbe stata più.
Era una storia terribile e triste.
Lei non avrebbe voluto sentirla, ma dove avrebbe potuto rifugiarsi per stare lontana da quelle parole?
Perciò ascoltava con il suo visetto serio immaginando il dolore di quei piccoli che non avrebbero più potuto vedere la loro mamma.
Era sufficiente. Il respiro si faceva sempre più corto fino a non tornare più, allora la mamma se ne accorgeva e la abbracciava stretta. Una sorta di compensazione.
Il contatto con quelle braccia morbide le bastava, piano piano l’aria tornava e lei riprendeva a respirare. Uno, due, tre respiri profondi. Era di nuovo salva, almeno fino alla prossima volta.
Quattro
C’era questa paura costante che accadesse qualcosa di brutto. Aleggiava nell’aria intorno senza lasciarla sola mai.
C’erano parole che sentiva e che si sedimentavano in lei, togliendole il respiro.
Accadeva anche di notte.
Un peso sul cuore, battiti accelerati e l’aria non passava più. La stessa sensazione, ogni volta sempre uguale.
Però. Per fortuna arrivava il mattino, il respiro tornava e poteva sorridere di nuovo.
C’erano momenti in cui le avresti potuto bucare la pelle anche solo con un fiore.
Ce n’erano altri però, e non erano pochi, che le regalavano emozioni bellissime, colorate e luminose. Forti, molto più forti di quelle che sembravano provare coloro che le stavano vicini. E belle, talmente belle da valere come mille respiri.
Allora era felice, sapeva che non sarebbe durato, ma per quell’attimo lo era.
E respirando profondamente si accorgeva che almeno per un momento non avrebbe dovuto temere nulla.

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