Forse è meglio lasciare stare – prima parte

Lunedì 7 novembre ore 23.54

Cazzo Diego dormi! Ti prego dormi.. come cazzo faccio che non dormo?

Ah.. Mi sono fottuto il cervello!

Ero al bar con gli amici, mercoledì scorso, è entrata lei e in un attimo: “Booooom”, mi ha fottuto il cervello, se l’è preso e se l’è portato via. E da allora non ho più smesso di pensarla, non riesco più a dormire, a rilassarmi, non riesco più a ragionare lucidamente. Penso solo a quegli occhi dove mi sono buttato, immergendomi dentro con tutto il corpo, e non sono più riuscito ad uscire, sono rimasto intrappolato lì, annegato… Degli occhi così io non li avevo mai visti, di un marrone ambrato ben definito, un colore così intenso, spiazzante… io non pensavo che un colore così esistesse, non lo credevo possibile.caterinaE ora sto qui a scrivere e penso a lei continuamente e mi viene male perché il mio pensare a lei non ha senso, non ha fondamento. Lei ha la sua vita ed io la mia. Lei sta con la persona giusta e adatta a lei, ed io pure. Ma questa sua presenza ormai non me la tolgo più di dosso, non riesco a levarmela dalla pelle, dalle ossa, è dappertutto.. arrogantemente, inquietantemente e meravigliosamente si è insinuata ovunque. Mi è entrata dentro passando dagli occhi, la sento come se l’avessi addosso e mi sembra normale per giunta, che se ne stia lì; normale come sono normali i miei piedi in fondo alle gambe, il mio naso in mezzo agli occhi, la mia lingua dentro la bocca. Lei se ne sta li, come fosse una seconda pelle, una parte di me!

E il suo tipo mi é persino simpatico e questo mi fa sentire in colpa il doppio. Giocavamo insieme quando eravamo ragazzini Gianmarco ed io; lui è uno di quelli forti che però, a volte, per paura di non farti divertire, ti fanno vincere! E l’esito della partita è a prescindere una loro scelta: giocano, per vincere o per perdere, in base al senso che danno a quel giorno, alla voglia che hanno di vedersi oppure no il giorno dopo, per fare la rivincita. Insomma lui per lei è adatto, uno di quelli che merita, di quelli che hanno tutta la mia stima; che fanno un lavoro di merda, ma alla fine sorridono sempre e non si abbattono mai e di tutta l’altra gente vedono soltanto il bello e si fidano perché tanto gli altri, uno così, non hanno voglia di fregarlo, piace troppo, piace a tutti! E sa parlare pure di calcio, cazzo!! Perché dovrei provare a fregarlo io!? Non potrei, non me la sento! Giamma è uno speciale, di quelli rari, mica come me, che sono soltanto uno qualunque, uno tra i tanti, nascosto in mezzo ai ragazzi del bar.

L’altra sera me ne sono dovuto andare; non volevo più vederla! Se stiamo lontani sono al sicuro e magari, col tempo, la dimentico e non mi faccio più fottere. Si dice “lontano dagli occhi, lontano dal cuore..”, ma se uno si è fatto fottere il cervello, come cazzo funziona?? Il cervello pensa, ricorda, si frantuma. Il cervello è un bastardo e non da scampo! Mica come il cuore che si dimentica, il cervello forse non dimentica mai. Dove cavolo mi sto infilando: forse è meglio lasciare stare!

Giovedì 10 novembre ore 23.21

Caterina ha uno sguardo magnetico che mi attira, che mi confonde, che è diventato una droga a cui non posso fare a meno. Mi incanta e mi viene continuamente voglia di guardarla e di mettermi perfettamente davanti a lei: dall’altra parte del tavolo, della stanza, sull’altro lato della strada e così via… Non sono sicuro di quale sia la realtà: voglio solamente restarle lontano, o semplicemente ho voglia di guardarla senza farmi vedere?al barMa guardarla senza farmi vedere non mi interessa, che senso avrebbe? Mi interessa solo incrociare il suo sguardo e restarci attaccato, come se fosse una scossa elettrica: infilo due dita nella presa di corrente e, prima di rimbalzare via, resto attaccato! È così che mi sento, attaccato a forza, una forza potente a cui posso soltanto sottostare… non ho modo di fare nulla, nessuno l’avrebbe, non riesco a opporre resistenza! “Booooom”.

Domenica 13 novembre ore 23.03

Odio la gente che si butta in mezzo e taglia la nostra linea di sguardo, voglio guardarla senza che nessuno passi per distrarla, per farci distogliere o abbassare, anche se solo per un attimo, quello sguardo che ci unisce, non vorrei mai staccarmi, non dovrei. Come se, con quello sguardo, già facessimo tutto quello che ci sia possibile fare e forse questo mi basta. E così io continuo a guardare e lei pure e si vede che ci stiamo guardando dentro; probabilmente tutto questo, solo questo, riuscirà a bastarci per sempre. Chissà che cosa prova? Chissà perché anche lei continua a guardare? Magari fa così con tutti ed io sono soltanto uno stupido e non me ne sono neanche reso conto.

Oppure, forse, anche Caterina vede qualcosa di diverso e particolare nei i miei occhi, forse vede la stessa cosa che vedo io. E tutti gli altri, lì presenti, non si accorgono di niente e mi sembra surreale: com’è possibile? Come fanno a non vederlo? È uno sguardo talmente intenso che mi sembra tracci una linea di luce densa e notevole: come possono non notarla? Come fanno? Mi sembra incredibile..

Ogni tanto avrei voglia di correre da lei, per chiederle che cosa stia vedendo, cosa stia cercando, cosa stia guardando, ma poi mi pento e lascio stare. Probabilmente perché non vorrei rispondere a questa domanda, se fosse lei a farla a me. Io non lo so cosa potrei dirle: cosa? Che dentro a quegli occhi ho trovato una parte di me che si era nascosta? Che vedo quel pezzo mancante del mio mondo, della mia vita, proprio lì dentro ai suoi occhi? Che vorrei baciare quegli occhi, le ciglia, le palpebre, l’attaccatura del naso? E a cosa servirebbe? A cosa?

Lunedì 14 novembre ore 23.27

Vorrei dormire adesso, invece di starmene qui a scrivere questi monologhi insensati che mai nessuno leggerà. Vorrei dormire adesso, invece di pensare ai suoi occhi. Eppure è adesso il mio momento preferito e non mi andrebbe di sprecarlo a dormire.

E quindi me ne sto qui a chiedermi se sia possibile innamorarsi di un paio di occhi… È una cosa possibile? Ma che cazzo ne so io, non so più un cazzo di niente… so solo che non riesco a distrarmi neanche un momento; la penso continuamente e mi accorgo che sto dedicando più tempo a pensarla, che a fare qualsiasi altra cosa nella mia vita. Avrei voglia di tutto e di niente. Non riesco a smettere di pensare, di pensarci e vorrei distrarmi, ma chiudo gli occhi e la rivedo, la ripenso e mi va tutto in loop: il cervello, il cuore, i polmoni. E poi non posso dormire e mi chiedo: ma chi cazzo sia, come cazzo faccia, cosa cazzo mi stia succedendo? E poi mi prometto che la prossima volta andrà diversamente e che quando la rivedrò smetterò di guardarla! Ma poi la rivedo e, invece di mantenere la mia promessa, la riguardo ancora e inizio a sperare che sia lei a stancarsi e smetta di ricambiare lo sguardo. Se smettesse lei e tagliasse il legame, probabilmente sarei salvo. Ma poi inizio ad avere paura, ho paura che smetta: se smettesse cosa potrebbe succedermi? Come ritroverei altrove quel pezzo di me, che si intrappolato nei suoi occhi? Come?561e67658fc825d5acbe2e68E poi, cambiando d’umore, inizio a pensare a qualcosa di intelligente da dirle, non troppo privato, non troppo formale, non troppo coinvolgente, ma neanche banale perché finché ho qualcosa da dire, non è poi così grave continuare a guardare. Quando parliamo siamo ancora meno loschi, passiamo inosservati del tutto, nessuno ci considera, nessuno se ne accorge. Ed io, mentre parliamo, inizio a farmi dei viaggi assurdi, perché mi rendo conto di non distogliere mai il mio sguardo dai suoi occhi e di non averle guardato nemmeno per un attimo la bocca. Non mi distraggo, non ho guardato nemmeno il suo corpo: ok dai un po’ sì, ma non come ho guardato tutte le altre donne in vita mia. Non ricordo nemmeno di averle guardato le tette. Boh… Sto impazzendo!

Martedì 15 novembre ore 22.59

Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare!

Giovedì 17 novembre ore 3.56

L’ho sognata, grazie al cielo l’ho sognata..

Mi sono alzato per scriverlo ‘sto sogno, ho paura di dimenticarlo, di non riuscire a mantenere questo ricordo in testa, ho paura di perderlo, così come normalmente si perdono troppo in fretta i sogni. E invece io voglio tenerlo da conto per bene, vivo e forte nella testa; vorrei addirittura convincere il mio cervello che sia successo davvero! Questo dannato cervello che non fa distinzione tra una cosa realmente accaduta e una pensata intensamente. Voglio ingannarlo io, voglio convincerlo che sia realmente successo, magari così ne avrà abbastanza di lei e mi lascerà in pace; magari così si sazierà e mi farà ricominciare a vivere la mia vita, che ora a pensarci era davvero vuota senza il pensiero di lei… non ricordo nemmeno più cosa facessi prima, come e con cosa riempissi la mia testa…

Eravamo in un albergo, lei ed io, ognuno nella propria stanza. Poi io andavo da lei e la trovavo nel suo accappatoio bianco, con un asciugamano ugualmente bianco sulla testa. L’albergo era moderno, colori chiari, rifinito nei dettagli: lampadari in vetro, quadri grandi alle pareti, una sedia a dondolo rossa e stilizzata con i braccioli in legno, un letto grande e bianco, lenzuola ben stirate, senza pieghe, luci accese, leggermente soffuse accanto al letto. Lei mi faceva entrare ed io mi avvicinavo, l’abbracciavo da dietro guardandola riflessa su uno specchio verticale lungo, dove potevamo guardarci liberamente, senza pericolo, senza intoppi, né distrazioni. Potevo guardarla tutta, dalla testa ai piedi, per la prima volta in vita mia. Sul lato sinistro dello specchio un mobile, direi una cassettiera in rovere chiaro con le maniglie in metallo, dove lei si è appoggiata con le braccia, restando per un attimo di schiena. Ho iniziato a baciarla sul collo, facendole cadere prima l’asciugamano poi l’accappatoio, continuando a baciarla tra i capelli bagnati, senza mai chiudere gli occhi che, per la prima volta, sotto quella luce non troppo forte ma invasiva, riuscivano a vedere anche il resto del suo corpo. Una pelle liscia, morbida, vellutata, ho ancora la sensazione del contatto sulle labbra, il sapore di lei sulla lingua. L’ho fatta girare, delicatamente e prepotentemente insieme, e mi sono rituffato nei suoi occhi, gli stessi di sempre, poi ho continuato a guardarla, altrove, ovunque, e anche lei faceva lo stesso con me. Normalmente mi intimidiscono queste cose, sono uno che arrossisce e preferisce la penombra, ma con lei volevo guardare, volevo vedere tutto, ogni cosa. Non potevo perdermi neanche un dettaglio. Poi ho ricominciato a baciarla proprio dagli occhi, il naso, la bocca, con le labbra, con la lingua. Poi ho iniziato a scendere tornando sul collo, le orecchie, poi le spalle, il suo seno perfetto, la pancia, i fianchi e mi sono inginocchiato lì, tra le sue gambe, e lei ha cominciato a gemere, era già pronta. L’ho presa lì, appoggiata su quella cassettiera, svestendomi lentamente, con le mani di lei che mi slacciavano abilmente la camicia bianca, sollevandola leggermente da terra, gambe ai miei fianchi, divaricate a sufficienza. Il sogno è finito così, senza una fine, soltanto con questo inizio. Un inizio bellissimo che ora che ho finito di scriverlo, mi ha fatto venire ancora più voglia! Cervello bastardo!!foto

FINE PRIMA PARTE

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