È inutile negarlo.
Per molte di noi donne i 50 anni rappresentano un vero e proprio spartiacque nella vita.
Da sempre.
Con la differenza che a 50 anni le nostre nonne erano vecchie e noi no (guai a smentirci!)
Gli sguardi degli altri ci vedono “mature”, ma la ragazza che vive dentro di noi spesso fa capolino e torna alla carica.
Stavo cercando ricette per Francesca. Le avevo promesso un pezzo su questo argomento e invece mi sono trovata fra le mani “Tutte Ragazze” che ho acquistato diversi anni fa, quando ancora non prendevo troppo sul serio il giro di boa dei 50 anni, ma mi piaceva pensare di poter iniziare a fare qualcosa per limitarne i danni.
Chissà poi perché lo conservavo fra i libri di cucina. Forse perché contiene anche consigli alimentari.
Di sicuro so di averlo letto con una certa dose di sufficienza, insomma, c’era tempo.
Mi sono divertita, ho sottolineato suggerimenti, preso qualche appunto, ma senza soffermarmi troppo sull’argomento.
Ora che il giro di boa è già bello che compiuto mi è tornato il desiderio di consultarlo di nuovo con maggior attenzione e consapevolezza.
E’ un libro intelligente e simpatico scritto da Anna Capelli, una giornalista che si occupa di bellezza e da Riccarda Serri, una dermatologa.
Il volume è diviso in tre parti:
– La prima spiega cosa accade alla pelle quando si invecchia.
– La seconda tratta di ciò che mantiene giovane dall’interno.
– La terza prova ad insegnarci come combattere i segni dell’età intervenendo dall’esterno.
Nel complesso, quindi, offre strategie e consigli per rallentare con dolcezza l’invecchiamento, senza scivolare nella tentazione di voler sembrare a tutti i costi ragazzine, ma neppure in quella di guardare troppo avanti verso il ricovero a “villa arzilla”.
Serve tanta autoironia per affrontare con eleganza il tempo che passa e, ricorda, l’obiettivo non è quello di rimanere giovani ad ogni costo. Non sarebbe realistico, né ragionevole.
Però si può provare a rimanere belle.
Quando Giulia ha accompagnato Anna a far spese, ultimamente, ha scosso la testa con vero dolore: “Mamma, te lo devo dire. Quest’anno la prova costume non l’hai superata”.
Grazie, mi ci voleva.