Avevamo imparato a sussurrare

Da dove posso iniziare la descrizione di questo romanzo? Mi crea dentro un tale tumulto di sensazioni che davvero mi è difficile partire.

Margaret Atwood scrive Il Racconto dell’Ancella nel 1985 immaginando un futuro distopico ambientato alla fine del Ventesimo secolo.

Il racconto dell’ancella / Margaret Atwood / Romanzo / Ponte Alle Grazie / 398 pagine

Confesso la mia ormai palese predilezione per un genere in cui, a dispetto della non auspicabilità della realtà rappresentata, i sentimenti e le emozioni vincono sempre su ogni cosa. Il futuro che fa da sfondo al libro è quello di un regime totalitario che si instaura in Nord America a seguito di un colpo di stato che porta tutto il potere in mano ai Comandanti.

La terra è stremata da radiazioni nucleari e inquinamento e il malcontento serpeggia fra la popolazione. La neonata Repubblica di Galaad di ispirazione biblica sembra quindi essere la soluzione ideale per tutti i problemi dell’umanità. Ogni confessione religiosa è bandita, ogni comportamento non conforme ai dogmi della Bibbia è considerato peccaminoso e punito anche con la morte. Si bruciano i libri per non lasciare tracce del “prima”, così come le riviste e ogni altro oggetto che possa indurre “in tentazione”. In pratica un ritorno al Medioevo in cui le donne sono progressivamente derubate di ogni diritto, perfino della parola, proprio in quanto viste come la fonte principale del peccato. Vengono suddivise in classi a seconda della loro posizione o utilità sociale. Troviamo così le Ancelle, le Mogli, le Zie, le Marte e altre ancora.

La protagonista del romanzo è un’Ancella, un semplice contenitore destinato ad un’unica missione, quella di procreare in un mondo in cui la sterilità dilaga e poche sono le donne ancora capaci di dare la vita. Non ha più un nome, è semplicemente Difred, dove “Di” sta per possesso e Fred è il nome del Comandante che la possiede.

Il racconto dell’Ancella giunge alle generazioni future clandestinamente registrato su musicassette a testimoniare una grande verità. Non esiste potere alcuno che sia capace di frenare i desideri, le emozioni e l’amore.

E’ un romanzo inquietante, a tratti terrificante, ma mai privo di passione e speranza.

“Esiste più di un genere di libertà diceva Zia Lydia. La libertà DI e la libertà DA. Nei tempi dell’anarchia c’era la libertà DI. Adesso vi viene data la libertà DA. Non sottovalutatelo.”

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