Ciao Fra.
Capisco la tua stanchezza, la capisco talmente bene che la faccio mia. A volte ho la sensazione di voler mettere così tanto dentro la mia vita, troppo. Ma non riesco ad essere diversa, anche se poi mi sento incredibilmente stanca e mi lamento con chi mi circonda.
E insomma dovrei venire a patti con me stessa o comunque capire perché continuo a volermi riempire così tanto.
A volte penso sia per far tacere quelle vocine che in presenza di tempi morti avrebbero urgente voglia di farti sentire. Ma questa è un’altra storia e un giorno dovrò venirne a capo…
Sono davvero felice che la mia lettera sui viaggi virtuali ti abbia scatenato il desiderio di partire per un viaggio vero, fatto di piedi che si muovono, di valigie da preparare, di aerei che volano e non solo di pensieri che rimbalzano da un lato all’altro del cervello.
Non nego che sia utile a volte concentrarsi sul vissuto, ripercorrere i propri passi cercando le impronte lasciate, rivivere le sensazioni che ci hanno attraversato nel momento in cui davvero abbiamo affrontato l’ignoto, ma quello che ti offrivo era solo una consolazione, un “confortino” dedicato al momento.
Lo sai tu e lo so anche io.
Per questo non ti nascondo che anche in me sta crescendo in maniera preoccupante la voglia di “guardare il mondo da un oblò”, di sentire quel piacevolissimo solletico sotto le piante dei piedi che si scatena all’idea del nuovo, dell’ignoto e dell’incontro con l’altro.
A proposito di incontro con l’altro (e sì, cambio decisamente argomento anche se mi serve come collegamento mentale) ho un pensiero che mi frulla in testa da un po’.
Tutto è nato leggendo un articolo. L’articolo a cui mi riferisco parlava del fatto che ognuno di noi è capace di innamorarsi di una bugia e non esiste un metodo garantito per tenerci al sicuro, tranne quello di decidere di non credere a niente.
E’ che a volte, a certe cose, vogliamo proprio credere e il pensiero illusorio ha una potenza incalcolabile.
Mi ha fatto molto ragionare su questo.
Anche nei rapporti umani non trovi che a volte vogliamo credere a qualcosa ad ogni costo, pur sapendo che ci stiamo solo ingannando?
Con il risultato che arriviamo addirittura a prevedere ciò che speriamo accada.
E’ un discorso assai complicato, lo so, ma è così. Quando il pensiero illusorio assume la sua forma più pura, i nostri ragionamenti, quelli che il nostro cervello si sforza di farci fare, sono influenzati dalle aspettative e dai sogni.
Ho scoperto che questo processo è definito dagli psicologi “ragionamento motivato”. Nel senso che io rifletto su qualcosa avendo come obiettivo quello di giungere ad una certa conclusione e mi autoconvinco. Spesso è un processo istintivo, di emozioni e di pancia. Ragionare su questo può aiutarci a capire perché ad esempio compriamo cose che non ci servono, oppure il motivo per cui ci si innamora delle persone sbagliate, continuando a pensarle come giuste nonostante l’evidenza dei fatti.
Succede perché affidandoci al pensiero illusorio diventiamo incapaci di controllare le nostre emozioni. Capita a tutti. A me di sicuro, ma credo anche a te. Ora capisci perché faccio di tutto per non lasciare troppo spazio ai miei pensieri? Perché poi lo so come finisce e resto intrappolata in questi.
Bene, ora che il mio piccolo trattato di psicologia può dirsi terminato, scappo e ti mando un bacio perché, tanto per cambiare, devo farne mille.
Ti voglio bene, sempre.
PS Io sto finendo la serie Manifest, quando avrai terminato di trastullarti con i tuoi morti viventi te la consiglio.
PPS Il motto di casa è diventato “E’ tutto collegato…”, se mai guarderai la serie, capirai perché.