Sabato 15 agosto 2020
Ciao Rita, ti scrivo durante questa giornata calda, una giornata di festa, di quelle che di solito si passano con gli amici tra chiacchiere, aperitivi e bagnate… Ti scrivo mentre sono in attesa della lettera di dimissione, dentro ad una stanzetta senza aria condizionata dell’ospedale di Forlì… anche quest’anno passo così il Ferragosto, in attesa di tornare a casa dopo qualche giorno di ospedale insieme a Lucia. Appena mi hai detto di Giulia, pronta per il parto, non facevo che pensare a quanto stavamo meglio Lucia Andrea ed io anno scorso, quando ci trovavamo a Cesena per la sua nascita, quando ancora si poteva vivere normalmente, essere ricoverati normalmente e pure nascere normalmente…
Penso al dolore che ha provato Giulia, al dolore che abbiamo provato più o meno tutte per fare i nostri figli e non posso che pensare che non sia un dolore poi così grande visto il miracolo di contropartita che ci da… terribile soffrire invece quando il dolore in cambio non ci da proprio niente, quando è dolore e basta, fine a se stesso…
Stavolta Lucia è stata ricoverata per una bronchite, giunta d’improvviso durante un’altra giornata di festa, la festa del suo primo compleanno, quella che poi avevo organizzato, ma che non ho vissuto, di cui non mi sono neanche resa conto e di cui non ho nemmeno ricordi. Impressionante come ci si senta male e impotenti quando a star male è un figlio, non mi ero ancora accorta. Lucia è sempre stata bene durante questo primo anno, non mi aveva ancora mostrato questo lato oscuro della maternità. Quel piccolo esserino tutto risate e abbracci, tutto corse e cadute, tutto parole a vanvera che si capiscono qualche volta sì e qualche volta no… improvvisamente legata ad una flebo con un braccio e ad un macchinario con un piede: mi è sembrata ancora più piccola di quando è nata un anno fa…
Terribile l’ospedale in questi giorni! Il ricovero è iniziato con un bel tampone in gola all’arrivo che, pur avendo esito negativo, non mi ha esulato dall’utilizzo della mascherina che ho dovuto comunque tenere sempre addosso (secondo qualcuno anche mentre allattavo da sola nella stanza dove a smuovere l’aria c’era soltanto un ventilatore a soffitto)… Vorrei tanto sperare che le brutte persone che ho incontrato in questi giorni fossero così sgodevoli soltanto per il Covid, ma purtroppo non riesco a non pensare che siano così fastidiose a prescindere.
Per fortuna c’erano anche alcuni infermieri gentili, due ragazzi specialmente, ma quelle maleducate e scortesi hanno fatto in modo di rovinare qualsiasi istante passato lì dentro. Già è stato inquietante vivere un ricovero, già spaventosa la situazione iniziale all’arrivo di Lucia, triste pensare ai momenti persi per soffrire e alle ferie di Andrea sprecate, ma dover sopportare anche gente senza cuore proprio non ci sarebbe dovuto capitare. Altro che avere gli strumenti giusti Amica mia, con la gente che non sa scegliere di essere gentile nemmeno con una bimbettina in un lettino di ospedale, avrei soltanto voluto un bel martello in mano per poter spaccare tutto!
Non mi è mai piaciuto desiderare di arrivare ad un giorno particolare, mi piace godere di tutti i giorni, uno per uno, senza mai aspettare il venerdì, né le ferie, né una festa, ma per colpa loro non ho smesso di desiderare nemmeno per un momento di arrivare al giorno del nostro evento, quando saremo lontane da queste giornate terribili, piene di momenti di sonno e di veglia alternati che sembrano tutti uguali tra loro, voglia di dimenticare tutte queste nuvole all’orizzonte.
È arrivato Marco il giorno del compleanno di Lucia: dai raccontami! Sai, non so come dire, ma mi sembra che questo giorno, che d’ora in avanti avremo per sempre in comune, ci leghi ancora di più!
Ti aspetto e ti abbraccio.
Un bacio Fra.