Quest’anno è passato in fretta, anche se i giorni sono sembrati tutti lenti. La mamma diceva “Si fa presto a far grandi i figli: quando sono degli altri” ed ora ci aggiunge: “Anche quando sono i tuoi”.
Io in questo anno veloce ho imparato a respirare, a piangere, a ridere, ad indicare con un dito ciò che voglio e dove vorrei andare. Ho imparato a muovermi, ad alzarmi in piedi (ho fatto diversi passi in fila qualche volta), ho imparato a gattonare veloce, sbattendo forte le mani a terra, muovendomi prima sul sedere e poi sulle ginocchia. Ho imparato i versi degli animali, anche senza aver mai visto alcuni di loro; ho imparato a dire mamma, nanna, pappa… e poi so dire babba, che non è quello che vorrei dire davvero, ma ancora la “o” sul fondo non mi esce sempre fuori dalla gola…
Ho imparato che se piango piano non mi sente nessuno, se invece piango forte che quasi urlo, qualcuno arriva sempre; ho imparato che non mi lasciano mai sola, anche se a volte mi sembra di sì e allora ho paura e piango fortissimo!!!
Quando qualcuno dice una parola che finisce con “issimo” alzo le braccia più in alto che posso, per mettere in evidenza il mio “moltissimo”!
Ho capito cosa voglia dire “senti” (succede sempre quando arriva un rumore forte) e allora metto un dito su un orecchio e cerco di dire “aereo”, ma mi esce una cosa strana tipo “aaeee” ma in fondo non ha importanza perché tanto si capisce lo stesso! Ho compreso che quando mi dicono “guarda” puntando un dito, non è il dito che devo guardare, ma devo andare oltre e guardare più in là: sono riuscita così a vedere un elicottero, i gabbiani, una tortora, la luna e persino le stelle.
La mamma quando cado mi dice che devo cadere tante volte prima di imparare a camminare, e che devo sbagliare tante volte prima di imparare a vivere, mi dice che la vita è dura e piena di imprevisti e che devo imparare a gestirli e a non farmi spaventare da questi; lo dice come se fosse un’ovvietà, una cosa normale e allora io quando cado non piango più, perché ho capito che devo soltanto pensare a rialzarmi.
Quando mi muovo sotto le sedie e sotto il tavolo, la mamma mi fa notare che il legno è duro, mi dice che devo proteggere il mio cervello, che farmi male è vietato, e allora io sto attenta e mi muovo lenta, anche se, lo dico sinceramente, cosa sia il cervello ancora proprio non lo so! Quando mi muovo a gattoni sopra il letto o il divano, il babbo mi indica il “buco”, mi fa notare che è tutto attorno, mi dice che devo imparare a scendere girandomi di schiena, mi mette in posizione, mi fa scivolare e i miei piedi arrivano giù. Sembra facile, ma da sola non ce l’ho ancora fatta: “La testa pesa di più” mi dicono tutti, e anche questa storia qua ancora non l’ho capita…
Quest’anno ho imparato a masticare, a dormire nella mia camera da sola, ho imparato a dire “Ziiiiii” e a ronzare come una zanzara, a buttare i baci e a salutare con la mano; so girare la testa a destra e a sinistra per dire no, anche se non mi è sempre ben chiaro a cosa mi serva… Ho imparato a ballare, tenendomi stretta a qualcosa con una mano, e a salire le scale rapidissima usando mani e ginocchia; so scendere lo scivolo, qualche volta mi fermo per tempo, qualche altra arrivo dritta fino all’erba e mi rotolo giù ridendo! Dico “dan” quando voglio andare in altalena e so svuotare velocissima un cassetto pieno facendolo diventare vuoto in un momento… non ho ancora capito però cosa significhi “Dai ora rimetti a posto” che mi dice sempre la mamma… mi chiede “Hai capito?” ed io rispondo “pit pit pit” che mi esce fuori bene e spero di aver fatto abbastanza, anche se in realtà non ho capito niente!
La mamma mi dice spesso che vorrebbe che imparassi a soffiarmi il naso, mi dice che vorrebbe le dicessi “acqua” quando ho sete e che semplicemente dormissi quando ho sonno… e poi conclude ogni volta con il solito “Quand’è che cominci a capire l’italiano?” e mi fa un sacco ridere e rido con il rumore, con la mia risata spinta, e poi ridiamo tutti e alla fine va bene così!
La mamma mi dice anche che sono nata senza pazienza e che dovrebbe regalarmene un po’ per questo mio primo compleanno, tanto sono piena di giochi e finisco con il giocare sempre con le stesse cose, che poi giochi non sono: come il pennello da cucina, i barattoli delle creme, le mollette (soprattutto quando vedo la mamma che le fotografa), gli attaccapanni e i cucchiai di legno che uso per suonare qualsiasi cosa come se tutto fosse una batteria.
Quando mi dicono “Questo non si fa” oppure “Lì non ci puoi andare” oppure “Quando dico no è no” io lo faccio e vado lo stesso, e provo a mettere in dubbio questi no, che poi son così simili ai sì, che è facile per tutti sbagliarsi, o far finta di essersi sbagliati! Io voglio provarci comunque, che magari il babbo si preoccupa per niente ed invece io ce la faccio, anche se non sembra; e la nonna poi si accorge che son forte, anche se sono ancora piccola, che poi tanto piccola non sono visto che oggi divento un po’ più grande, compio un anno, e sembra incredibile ma un anno fa a quest’ora ero un terzo del mio peso e l’anno prima addirittura nemmeno c’ero!
In questo anno ho imparato tanto, più di molte altre persone che vivono qui da molto più tempo di me. I miei genitori sono orgogliosi e fieri, i miei nonni innamorati, i miei zii mi adorano, i miei cugini alternano momenti di amore ed odio nei miei confronti, ed io sono tanto felice di essere qui (anche se a volte strillo talmente forte che sembro non apprezzarlo) in questa famiglia che mi ama e che mi desiderava più di ogni altra cosa al mondo e, anche se di questo anno da grande non avrò ricordi, ora ho la certezza che tutti faranno del loro meglio per farmi sapere quanto sono amata oggi e quanto lo sarò per tutta la mia vita!