Martedì 28 aprile 2020
Ciao Rita, sono io!
Ho letto la tua lettera pensando al quadro di farfalle che è rimasto nella mia camera a casa a Forlì. È un quadro bellissimo e coloratissimo, con colori sfumati, un misto di azzurri e arancioni… non vedo l’ora di andarlo a prendere, per poi trovarci un posto qui! La tua immagine di me è piuttosto credibile, ma assolutamente non pensarmi a piedi nudi perché senza estetista è una roba che mai succederà!!! Per fortuna che almeno Andrea è stato capace di farmi la tinta e sistemarmi i capelli, e con il dyson airwrap me la cavo abbastanza bene anche con le pieghe e la gestione giornaliera… Certo che è un problema questa vita senza poter dare in mano agli esperti la cura di se stessi, piano piano mi sembra di peggiorare un po’ ogni giorno: speriamo non manchi troppo alla riapertura del mio centro estetico, sento un bisogno estremo di affidarmi a Laura che oltre a farmi diventare più bella, mi tiene su di tono anche la mente!
Questa cosa della strada piena di farfalle a me non ha suscitato proprio una sensazione di benessere, sarà che mi ha riportato alla mente l’invasione di libellule a cui ho partecipato io, mentre mi trovavo in spiaggia a Cervia, qualche anno fa! Ero sdraiata sul lettino a riva e mi sono vista letteralmente arrivare addosso una nuvola di libellule verdi enorme! La gente urlava, correva, scappava… io non ho avuto reazione e sono rimasta immobile, sdraiata e le ho guardate semplicemente passare. Qualcuna di loro mi ha sfiorata appena, ma ne ho viste tante scontrarsi con gran forza contro le persone in piedi che cercavano di mettersi al sicuro, mentre al sicuro sarebbero state soltanto restando distese, come inconsapevolmente avevo fatto io. È stato uno spettacolo straordinario e un po’ inquietante ti dirò, a pensarmi lì distesa, con quella montagna di insetti volanti sopra indisturbati, mi sembra ancora incredibile e sbalorditivo… Ed ora, sinceramente, non so nemmeno più se mi sia successo davvero o se io l’abbia soltanto sognato!
Oggi sono stata dalla pediatra con Lucia e in farmacia. Non ero più uscita da tanto, mentre guidavo mi veniva un po’ da piangere, non so se sia una cosa normale, ma mi sembrava strano vedere le macchine, vedere altra gente: non vedevo degli estranei da un sacco di tempo! In farmacia ho salutato gli altri clienti fuori in attesa mentre uscivo, loro non mi hanno salutata, ma non mi è dispiaciuto, io ero contenta di vederli, forse loro no, o a loro semplicemente non interessava nulla…
Questa uscita mi ha fatta sentire bene e anche un po’ male, mi sto chiedendo se sarò mai più in grado di ricominciare a vivere nel modo disinvolto che avevo prima del virus.
Mi sto chiedendo quanto dovremmo aspettare per ricominciare a viaggiare, per prendere un aereo, mi sto chiedendo se poi ne avrò ancora voglia quando sarà possibile farlo e che regole impressionanti ci saranno? Mi sto chiedendo quanto dovremmo aspettare per organizzare una pizza tutti assieme e il prossimo evento per un libro e la prossima festa del maiale? Mi sto chiedendo quanto sarà bello potersi riabbracciare, ma forse sarò troppo vecchia per riuscire a farlo con piacere… mi sto chiedendo se tutti si siano accorti quanto eravamo fortunati prima che potevamo uscire senza motivo, andare ovunque senza preoccuparci, berci una birra ammucchiati attorno ad un bancone, talmente vicini da darci fastidio, quando potevamo saltare davanti ad un palco, scontrandoci, facendoci male, chissà se tutti si sono accorti che non possiamo accarezzarci, ma nemmeno più picchiarci?! Mi sto chiedendo se tutti stiano facendo la lista dei 15 partecipanti al proprio funerale…
Le riaperture danno speranza, ma più che altro fanno paura: no?
Noi non siamo abbastanza responsabili da saperci gestire da soli, ho un po’ la sensazione che questo barlume di libertà che ci verrà affidata lunedì non ci porti nulla di buono… Tutti stanno organizzando piccoli assembramenti che vogliono far sembrare innocui, ma sappiamo benissimo che tutti innocui non saranno!
A presto Amica mia…
Ti voglio bene
Fra