Non te ne vai

Il cuore frantumato da giorni, di nuovo come qualche anno fa mi rendo conto che scrivere di te mamma è l’unica arma di cui dispongo.

Da qualche ora mi resta fissa nella mente l’idea che tu non te ne voglia andare perché stai aspettando qualcuno. Nonostante la tua apparente lontananza dal mondo, sembri reagire quando senti un rumore diverso, oppure una voce. Aspetti ed io intanto ti guardo e ho quasi timore a sfiorarti. Ho paura di disturbare quello che sembra essere il tuo sonno sereno dopo tanto non dormire, dopo tutte le urla. Provo soggezione e terrore al cospetto di questa nuova forma di te che non conosco. Il tuo viso è già cambiato mamma e tu sembri passata oltre una sottile linea che però non vuoi deciderti del tutto ad attraversare.

E allora mi è inevitabile tornare a pensare che tu stia davvero aspettando qualcuno prima di decidere di lasciarti andare.

Voglio provare a guardarti usando le immagini di te che mi accompagnano da giorni.

Tu seduta davanti alla tua macchina da cucire, le dita veloci ad accompagnare la stoffa nel posto giusto consacrando il mistero che ha sempre rappresentato per me questa tua arte.

Tu che passeggi mano nella mano con Matteo mentre lui trascina dietro le sue sottili gambette il grillo di legno colorato.

Tu che vesti i panni della maestra per far divertire Federica riempiendo quaderni di storie, operazioni e voti.

Le nostre gite in ospedale con cappuccino al ritorno e tu che ti ritrovi in piedi senza gonna e noi che ridiamo a crepapelle.

Tu che mi accogli al ritorno da scuola vestita da meccanico, con i capelli cortissimi e la sigaretta in bocca.

Il tuo viso spaventato mentre mi portano in sala operatoria.

Le tue mani operose, sempre.

I tuoi cassetti ordinati e i tuoi asciugamani profumati.

Tu che giochi a dama e lasci vincere i miei bambini anche se barano perché non vuoi vederli piangere.

Tu che hai continuato nella tua mente distrutta a preoccuparti ogni singolo giorno di sapere se avevano mangiato, se li avevo vestiti, se ero una brava mamma.

Non so se sono stata una brava figlia, ma te lo giuro, come mamma mi sono impegnata per dare il meglio di me.

Continuo ad ascoltare il tuo respiro, sperando che non si fermi proprio ora, mentre ti sono accanto. Sono egoista lo so, ma è solo che ho una paura immensa del momento in cui tu te ne andrai. Ma sento che non è ancora giunto, perché non ti arrendi. Ne sono certa, stai aspettando pezzi del tuo cuore. E non importa che io sia qui, che ci sia sempre stata in tutti questi assurdi anni. Non è da me sola che ti vuoi congedare.

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