Ci sono storie che non dimentichi.
E’ davvero difficile che io riesca a leggere più volte lo stesso libro, attratta come sono dalle mille novità che luccicano davanti ai miei occhi in libreria. Può accadere però che un romanzo emetta un debole ma costante richiamo con il preciso scopo di tornare finalmente fra le mie mani. “Sotto la pelle” di Michel Faber è certamente uno di questi libri. Così, dopo averlo letto una prima volta nel 2005, ho dovuto cedere.
Certamente distopico e a tratti inquietante confesso che, nonostante conoscessi perfettamente la trama, non riuscivo a non provare la stessa eccitazione mista a curiosità e infine sorpresa che avevo sentito dentro nel corso della lettura precedente.
Isserley, la protagonista, è una bizzarra creatura che percorre le Highlands scozzesi alla ricerca continua di autostoppisti maschi. Ed è naturale che tu ti chieda fin da subito il perché.
Ha occhi enormi protetti da occhiali da vista spessissimi, cicatrici in tutto il corpo e seni stupendi. E’ così minuta da non raggiungere quasi con i piedi i pedali dell’auto che guida senza sosta, ogni giorno per chilometri. Ciò che fa, ciò che rappresenta, non è sicuramente chiaro fin dall’inizio. Un’idea grandiosa quella di questo romanzo, un’intuizione a mio parere di impatto devastante.
Troverai un universo capovolto in cui le più razionali convinzioni sono scardinate, dove è difficile stabilire un confine fra il mondo degli umani e quello degli animali.
Tuttavia mi è impossibile andare oltre e scrivere di più senza svelare quel mistero che vorrei potesse scatenare in te le stesse sensazioni fortissime che ho avvertito io… secondo me questo libro dovresti proprio leggerlo!
Una cosa è certa, l’amore, di cui non si parla apertamente mai, è comunque al centro di tutto.
“Siamo tutti uguali, sotto la pelle”.