La solita stanchezza che mi coglie ogni pomeriggio accompagnata dallo sconforto di sapere che arriverò sui binari e troverò il mondo intero in attesa e così anche per oggi sparirà l’illusione di potermi sedere. Nessun problema, prenderò possesso del solito scalino fino a che il controllore passerà rimproverandomi sulla pericolosità della mia postazione e io avrò voglia di dirgliene quattro, ma gli sorriderò, perché è quello che so fare meglio. Gli occhi parlano e il sorriso mi nasconde. E’ sempre stato così.
Oggi invece sono fortunata e riesco a non farmi scappare l’unico sedile rimasto libero sul quale sprofondo chiudendo gli occhi un istante per isolarmi dal mondo e dal suo caos. Non faccio in tempo a materializzare nella mia mente le solite domande di sempre sulla mia scelta e sui miei affetti che avverto forte l’impulso di alzare gli occhi e prestare attenzione alla mia vicina di posto. Potrebbe avere la mia età o forse qualche anno in meno. Mi trovo in quella strana situazione per cui, sentendomi incredibilmente giovane dentro, tendo sempre a pensare che le persone che incontro possano essermi coetanee anche se spesso risultano poi decisamente più giovani.
La sfioro con lo sguardo cercando di non farmi troppo notare. Sta lottando con il cellulare, scrive con foga, come se si trattasse di vita o di morte. L’espressione concentrata è quella di chi non riesce a spiegarsi come vorrebbe. Quella di chi le direbbe ad alta voce guardandolo negli occhi le cose che sta scrivendo e deve invece affidarsi al botta e risposta di una realtà virtuale con tutte le incomprensioni che ciò comporta.Ed ecco che imprevedibile, ma neppure così tanto, sento che si sveglia nella mia mente la “pazza di casa” e comincia così il mio viaggio per lei e dentro di lei. Non so spiegare il motivo ma la immagino alle prese con una storia d’amore con un ragazzo più giovane, un amore durato un niente ma talmente potente da essere in grado di sconvolgere la sua vita così apparentemente equilibrata.
E’ vestita elegantemente e la valigetta dalla quale estrae un libro che poi ripone per rispondere nuovamente al telefono me la fa apparire molto vicina. Mi è così più facile entrarle dentro quel tanto che basta per sentirmi esattamente come lei. “Ci siamo incontrati, ci stavamo odorando e tutto questo ci piaceva molto. Io però non ho fatto in tempo a chiederti cosa mangi a colazione, il significato dei tuoi tatuaggi sulle braccia, quale posizione assumi per leggere le fiabe ai tuoi bambini. Mi sono svegliata stamattina con questa consapevolezza, ho avvertito una stretta allo stomaco e mi è mancata l’aria. La tua presenza costante improvvisamente diventata assenza. 200 messaggi al giorno possono creare dipendenza, scatenano emozioni e desideri inconciliabili con la vita reale anche quando sono solo parole che servono per ricevere ossigeno. Una complicità fatta di nulla, di scherzi, doppi sensi dolcissimi e tante risate. Decisamente dura però, troppo, non scoparsi il cervello. E’ difficile, estremamente difficile distinguere la realtà dalla finzione. Impossibile per me riconoscere le bugie perché in fondo il cuore vuole vedere e ascoltare unicamente ciò che lo fa battere forte. Anche quando sa che la vita poi non è mai abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginare il desiderio. Ora che nulla è accaduto, che è mancata la vita vera e che l’incantesimo si è spezzato mi viene la tentazione di pensare che sarebbe stato decisamente meglio non aver mai composto il tuo numero, non averti cercato e poi trovato in quella strada. Non avrei dovuto lasciarti scivolare con così tanta leggerezza nella mia fragilità, quasi come se non aspettassi altro che un’occasione per lasciarmi ferire. Non lo saprò mai se hai giocato sporco o se c’è stato qualcosa di vero nelle tue parole. Forse eravamo solo due bambini un po’ cresciuti che non avevano abbastanza fiato per gonfiare un palloncino. L’amore certe volte termina proprio così, resta sospeso e irrisolto e tu continui a fare domande anche se sai benissimo che non arriveranno le risposte. Eppure, oltre la razionalità di tutti i miei “vorrei” mi resta dentro una incredibile sensazione di dolcezza per le emozioni provate e, ne sono certa, donare amore comunque vada, anche se è un piccolo amore invisibile durato poco più di un soffio, rende l’universo immensamente più luminoso”.
Esco a fatica dal groviglio di sentimenti ed emozioni che ho avvertito in lei. Esco solo perché so che devo scendere e tornare alla mia vita, quella vera, ma prima di farlo la guardo e mi accorgo con stupore che mi sta sorridendo.