Ho scelto questo libro per il titolo. Mi ha incuriosita la strana affermazione “I miei genitori non hanno figli” che mi è apparsa all’improvviso, tra le pagine di Amazon, mentre cercavo di chiudere il mio ennesimo carrello, dicendomi: “ancora uno e poi basta”, come ogni volta. Non ne avevo mai sentito parlare di Marco Marsullo, che è alla sesta edizione di questo terzo libro pubblicato e che prestissimo, uscirà con un nuovo lavoro. C’è poco da dire: mi sono innamorata! Un fantastico colpo di fulmine, per questo modo di scrivere dove ho trovato tanto di mio. Alcune parti potrebbero davvero essere state estratte da una pagina di miei vecchi appunti. Alcune citazioni, aneddoti e numerosi pensieri li ho sentiti incredibilmente vicini ai miei, provando, inaspettatamente, sensazioni travolgenti che mi hanno fatto venire un sacco di idee creative!
“I miei genitori non hanno figli” è la storia di un diciottenne che si sta affacciando alla vita e che si sofferma sul fatto che fare i genitori sia il mestiere più difficile del mondo, ma spesso venga dimenticato quanto sia dura fare la parte dei figli. Tra le pagine si susseguono ricordi passati della sua infanzia e della separazione dei genitori ed episodi tratti dal presente come l’università, gli esami e gli strani ruoli interpretati da questi genitori che sembrano a volte recitare in un musical, piuttosto che vivere per davvero. E così questo ragazzo prende la parola smascherando la fragilità di una generazione che non è mai davvero cresciuta, del resto “i genitori sono uguali ai figli, bisogna prenderli come vengono” e l’unica realtà è che “bisogna adattarsi l’uno alla forma sbagliata dell’altro per non sparire del tutto” e per continuare a vivere.
Stimolante!